Esistono dei casi (definiti border-line) di lieve ipertensione, per i quali il medico non ritiene opportuno prescrivere una terapia, per cui è possibile intervenire con l’integrazione nutrizionale di piante che possono aiutare a regolare i valori pressori.
Ecco perché è utile camminare per migliorare la circolazione del sangue, e perché viceversa stare in piedi fermi, a lungo, può causare problemi, così come l’uso di calzature dai tacchi troppo alti, che impediscono il corretto movimento del piede durante la deambulazione. Poiché il trasporto delle sostanze deputate alla nutrizione e alla regolazione di tutto il nostro corpo è ovviamente di vitale importanza, il sistema circolatorio deve essere sempre in condizioni ottimali, perché sia efficiente e assolva il compito per il quale è deputato. Le patologie alle quali esso può andare incontro possono mettere a rischio, a volte anche grave, la nostra salute. Ma in che cosa consiste effettivamente la pressione arteriosa e che cosa stanno ad indicare i suoi valori? Tutti abbiamo sentito parlare di “pressione massima” e “pressione minima”: la prima indica la pressione presente nelle arterie, originata dalla forza espulsiva del cuore e regolata dall’azione attiva delle arterie che, essendo elastiche, si adattano in modo da trasformare gli impulsi cardiaci intermittenti in una forza continua e costante, la pressione massima, appunto. Il valore della pressione minima indica invece la resistenza che il sangue incontra nelle arteriole periferiche, ed è quindi un indicatore delle cosiddette resistenze periferiche.Oggi è considerato normale un valore pressorio massimo compreso fra 110 e 140 mm di mercurio, mentre per la pressione minima i valori considerati normali vanno da 70 a meno di 90, valore che è considerato già al limite, quindi da tenere sotto controllo. Naturalmente i valori normali sono sempre assolutamente individuali, ed è sempre bene controllare con regolarità la propria pressione, specie dopo i 40 anni, riferendo al proprio medico qualunque variazione anomala rispetto alla propria “normalità”.
Naturalmente, in presenza di alterazioni il primo intervento da effettuare sarà sullo stile di vita, e soprattutto sull’alimentazione. Sarà consigliabile fare più movimento, meglio se uno sport non competitivo all’aria aperta quando possibile, adottando un’alimentazione sana e variata, povera in sale, utilizzando magari sale integrale, che a parità di quantità contiene meno sodio e una maggior dose di altri importanti sali minerali; aumentare la frutta e la verdura e diminuire i grassi, soprattutto quelli animali, dando la preferenza all’olio extravergine di Oliva spremuto a freddo; andrà anche ridotto l’uso di eccitanti quali tè, caffè, cacao.
Una volta effettuati tutti i controlli del caso e adottato uno stile di vita più sano, se l’alterazione della pressione, seppur lieve, permane e il cardiologo non ritiene di doverci prescrivere una terapia, possiamo cercare di intervenire con alcune piante, come ad esempio la Gramigna, il Biancospino, l’Aglio e l’Olivo.
La Gramigna ha un’azione diuretica, quindi riduce il volume dei liquidi circolanti, mentre il Biancospino è una pianta sedativa del cuore e del sistema nervoso centrale, il cui effetto ipotensivo si manifesta calmando il ritmo cardiaco e limitando lo stress che può essere causa di lieve ipertensione. Il Biancospino è indicato anche in caso di palpitazioni cardiache non patologiche, il cosiddetto “cuore in gola”, che contribuisce a calmare, specie se associato al Magnesio. L’Olivo svolge un’azione ipotensiva per vasodilatazione periferica, così come l’Aglio, che ha anche un’azione ipo coagulante e anti arteriosclerotica se consumato crudo, anche se in genere non è molto gradito. In generale l’associazione di più piante ha un’azione più efficace, poiché interviene a diversi livelli, quindi è da preferirsi. Naturalmente, così come le terapie farmacologiche anti-ipertensive, anche i trattamenti fitoterapici vanno effettuati di continuo, senza interruzioni, per non incorrere nuovamente in un innalzamento della pressione, posto che a tutt’oggi è impossibile rimuoverne le cause a tempo indefinito. Vediamo invece com’è possibile intervenire sull’ipotensione, cioè sulla pressione eccessivamente bassa, che è caratterizzata da senso di spossatezza, faticabilità, talvolta vertigini o calo della vista quando si passa dalla posizione distesa a quella eretta, senso di testa vuota. Quando l’ipotensione è di modesta entità e non è associata a gravi patologie organiche, può essere contrastata con l’uso di piante adattogene, quali il Ginseng, l’Eleuterococco e il Guaranà, che in genere producono risultati apprezzabili in breve tempo, eliminando il senso di spossatezza tipico di questo problema.
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Adattogeno ed un antifatica, aumentare in modo aspecifico le resistenze e le difese dell’organismo a fattori di stress.
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I semi di guaranà contengono da 3 a 8 % di caffeina, che è circa tre volte superiore a quello del caffè.
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La Liquirizia, il cui consumo eccessivo è controindicato per gli ipertesi, in caso di pressione bassa può essere invece consigliata, purché non se ne abusi e non se ne faccia un uso abbondante per troppo tempo. |
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