Riflessologia plantare, guida all’auto trattamento 2^.


Avvicinarsi a sé, quindi ai propri piedi per trattarli, è come quando si incontra un amico, lo salutiamo, ascoltiamo con empatia, proponiamo un argomento tenendo conto di ciò che abbiamo appreso negli incontri precedenti, non dimentichiamo la delicatezza e l’amore fraterno che ci unisce agli altri. Teniamo quindi memoria di ciò che ci hanno trasmesso i nostri piedi nel trattamento precedente e negli altri ancora più remoti, avviciniamoci con delicatezza, andiamo a sciogliere o anche solo a portare calore con le nostre mani sui piedi, in particolare in quelle zone che ricordiamo tese, indolenzite e infastidite.

La pratica del  massaggio e la manualità migliorano solo con molta pratica, perciò non sentiamoci impacciati se ancora non sappiamo come afferrare saldamente il piede e le singole più piccole aree. Se avete seguito la lezione precedente, avete trattato le dita, ora ci concentriamo in entrambi i piedi nell’area sottostante, quindi in quello spazio compreso tra gli spazi interdigitali e i metatarsi compresi, nel corpo umano è quello spazio compreso tra il cingolo scapolare, quindi altezza spalle,fino al margine costale inferiore, ovvero all’altezza del gomito abbassato aderente al fianco. Sul dorso del piede in quest’area ricordiamo che stiamo lavorando sulla nostra parte anteriore,  nell’area plantare lavoriamo nei nostri organi interni, nella parte esterna il braccio dalla spalla al gomito e nella parte mediale (interna)sulla colonna vertebrale. Il trattamento sul braccio e sulla colonna vertebrale preferisco riportarli per intero in articoli interamente dedicati. Concentriamoci nel sentire il piede tra le mani, iniziamo sempre dal piede sinistro, appoggiamo la nostra mano sinistra sul dorso,il piede rimarrà fermo e con la mano destra lavoriamo.

Le dita della nostra mano destra poggiano sul dorso delle dita dei piedi mentre il pollice esegue delle pressioni dalla base delle dita in direzione verso il basso, iniziamo da sotto l’alluce percorrendo tutto il cuscinetto dei metatarsi fino a dove sentiamo chiaramente l’articolazione metatarso falangea che unisce le dita alle ossa più lunghe e sottili che abbiamo nei piedi, i metatarsi appunto, essi rappresentano il nostro presente, il nostro esserci ora, il punto di incontro tra il tallone che rappresenta il primo punto di appoggio, la nascita (rapporto con la madre), quindi il nostro passato  e il futuro rappresentato dalle dita (nell’alluce è di indizio per capire il rapporto con  il padre e le autorità in genere).

Mentre eseguiamo queste pressioni sentiamo con il pollice se il piede è muscoloso o meno, calloso o meno, rigido o morbido, impariamo inoltre a distinguere il pieno dal vuoto. Il vuoto si  manifesta quando a seguito di una pressione resta l’impronta del nostro dito ed è indizio di una carenza funzionale dell’apparato riflesso,se il vuoto è arrossato il disturbo è in fase acuta, recente, se invece il vuoto non appare arrossato il disturbo o la carenza è diventata cronica nel tempo. Il pieno si manifesta quando è come se il piede ha una immediata reazione alla nostra azione, la parte premuta si “rigonfia”istantaneamente, la reazione ottimale del piede è quella di sentire la nostra azione e ritornare in qualche secondo alla sua situazione originaria. Soffermiamoci sulle articolazioni metatarso-falangee, afferriamole per intero, plantarmente con il pollice e dorsalmente con l’indice, facciamole percorrere dei cerchi immaginari lungo l’asse verticale ed orizzontale, dall’alluce fino al quinto dito, l’articolazione quanto è mobile?Osserviamo che  siamo all ‘altezza del cingolo scapolare,  come sentiamo quest’ area nel nostro corpo? Quanto Indolenzita? Quanto Irrigidita?Proseguiamo con le pressioni anche più in basso lungo tutto l’arco plantare, con delicatezza, osserviamo eventuali fastidi, tensioni.

Portiamo attenzione alla stessa area ma dorsalmente, il dorso del piede rispecchia anche la nostra energia, area sensibile, sensitiva,intima e scoperta.

Prendiamo  il piede con la mano destra, con la mano sinistra apportiamo delle pressioni in questo  modo, il pollice sulla pianta, le altre dita sul dorso,tutte unite insieme fanno da pinza portando pressione dall’alto verso il basso, dalle dita verso il tallone, in tutti gli spazi tra i metatarsi,tra primo e secondo metatarso, tra secondo e terzo metatarso, e così via…il compito è quello di sentire, approfondire la conoscenza di sé a partire dai propri piedi, in totale ascolto e senza giudizio alcuno.

Abbiamo trattato innumerevoli punti riflessi, li approfondirò in seguito!

Ora occupiamoci del piede destro, al termine confrontiamo le sensazioni, osserviamo le differenze tra i due. Non esistono due persone al mondo che hanno gli stessi piedi e i piedi di una stessa persona sono sempre diversi l’uno dall’altro. La nostra unicità si rispecchia immancabilmente nei nostri piedi.

Gaobi.

se vuoi vedere la lezione precedente a cui ho fatto riferimento, clicca il link qui sotto:

http://www.infinitobenessere.it/trattamenti-e-tecniche-olistiche/riflessologia/riflessologia-plantare-guida-all auto-trattamento/


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