Suggerimenti utili per rimuovere il muco accumulato e ritrovare una salute migliore.
– Iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida a cui sia stato aggiunto il succo di mezzo limone (si può dolcificare con poco fruttosio o zucchero di canna). Questa bevanda, presa il mattino a digiuno, rappresenta un ottimo sistema per liberarsi dal muco intestinale e fare provvista di vitamina C. Sarebbe un’abitudine da conservare per tutta la vita.
– Evitare i cibi che creano il muco (farina bianca e derivati, riso brillato, uova, latticini, carne, pesce, zuccheri e cibi salati.
– assumere cibi che sciolgono il muco: agrumi, fichi freschi o secchi, uva passa, verdura e frutta cruda di stagione.
– Due cucchiaini di amaro svedese presi in acqua calda dopo il pranzo, rappresentano una cura assai valida per sciogliere il muco.
Attenzione: può accadere che durante la pulizia dell’intestino il muco sciolto intossichi il sangue e causi mal di testa frontale. Se ciò dovesse accadere meglio provvedere con un lavaggio intestinale (enteroclisma) mediante un litro e mezzo di acqua tiepida con sciolto un cucchiaio di bicarbonato.
Non tutti sanno che ciò che mangiamo può avere enormi conseguenze sulla produzione di muco e, quindi, agevolare o ostacolare la guarigione delle malattie.
Il latte di mucca è uno degli alimenti più usati, per lo meno nelle culture occidentali. Il suo componente proteico principale è la CASEINA, contenuta in una percentuale del 400% rispetto al latte umano. La caseina è una sostanza collosa, usata come adesivo dall’industria (etichette,incollaggio di cartoni) o come addensante negli alimenti preconfezionati.
Il latte umano contiene molte meno proteine rispetto al latte di mucca, e di tipo diverso.
Nell’intestino umano il latte umano forma delle morbide strutture a fiocco che vengono rapidamente assorbite mentre il latte vaccino forma una massa mucillaginosa difficilmente digeribili, che non crea problemi ai quattro stomaci del vitello ma sovraccarica il nostro apparato digerente.
Inoltre occorre ricordare che con l’avanzare dell’età si riducono i fattori che contribuiscono alla digestione del latte: l’acido cloridrico e l’enzima “rennina”. Per tale motivo molti di noi da adulti si accorgono di digerire sempre peggio i latticini. L’assunzione del latte, per l’elevato contenuto di caseina, causa la liberazione di ISTAMINA e l’aumento della produzione di muco, come ben illustrato da Cohen.
[Cohen R., “Milk, A-Z”, Argus Publishing, ISBN: 0-9659196-8-4, 1999.]
Pochi sanno che i cibi fatti con la farina bianca e i latticini in genere creano una specie di colla che, pian piano, aderisce alle pareti intestinali creando uno strato che impedisce ai nutrimenti di essere assorbiti ed avvelena quelli che riescono ad attraversarlo (prof. Arnold Ehret’s).
La teoria del prof. Arnold Ehret’s vissuto negli Stati Uniti e morto nel 1923. Considerando le conoscenze scientifiche dell’epoca le sue intuizioni sono state veramente stupefacenti e molti dei principi da lui enunciati si sono dimostrati validi nel tempo. Utilizzando come al solito il buon senso e un pizzico di analisi critica siamo certi che saprete ricavare anche voi delle informazioni interessanti. Lo scopo non è effettuare del “terrorismo alimentare” ma semplicemente proporre al lettore differenti chiavi di lettura circa le “incrostazioni fecali” che, ricoprendo le pareti dell’intestino, limitano e inquinano l’assorbimento di alcuni importanti nutrienti. Le teorie del Prof. Arnold Ehret’s sono state riprese, aggiornate e approfondite in tempi recenti da un importante medico, il Dott. Bernard Jensen, che ha pubblicato i risultati dei suoi studi nel libro “Intestino libero” edito da Macro Edizioni che consigliamo vivamente a chiunque voglia approfondire l’argomento.
Il corpo umano secondo il Prof Ehret’s
Oggi vengono dati molti nomi alle varie disfunzioni presentate dal corpo umano. Si pensi che la medicina ufficiale cataloga più di 4000 malattie mentre Ippocrate, il primo medico scientifico, ne catalogò circa trecento.Secondo la medicina naturistica le malattie possono ricondursi a due grandi categorie:
1 – quelle di origine nervosa (malattie infiammatorie psicosomatiche: oggi anche la medicina ufficiale ritiene che abbiano un ruolo preponderante),
2 – quelle dovute all’intossicazione dell’organismo.
Secondo il prof. Arnold Ehret’s, il corpo umano è paragonabile ad un complicatissimo apparato idraulico, con una grande quantità di condutture e di liquidi in circolazione. Il nostro corpo è composto di acqua per il 70-80% e ciò significa che una persona di 60 chilogrammi (in
buona salute) ne contiene ben 48 litri che entra nei vari liquidi organici ed entra a far parte della costituzione dei tessuti e delle ossa. Appare evidente che l’ostruzione di una delle condutture creerà degli scompensi a tutta la struttura, così come l’ostruzione di uno dei tanti tubicini nel motore di un’automobile può pregiudicarne il buon funzionamento.
L’infarto, l’embolia, la stitichezza, il raffreddore, l’arteriosclerosi, la gotta, le vene varicose, i foruncoli e la pressione alta o bassa, non sono che alcuni esempi di come una cattiva circolazione dei liquidi possa causare dei gravissimi disturbi. Le cause possono quasi sempre essere imputate
all’ostruzione dei condotti, siano essi all’interno od all’esterno dei vari organi. I calcoli alla cistifellea sono un classico esempio di condotto ostruito, mentre quelli al fegato o reni dimostrano come i materiali estranei possono accumularsi anche all’interno di un organo specifico. Per comprendere i motivi che possono portare all’ostruzione di qualche tubo o tubicino del nostro organismo bisogna analizzare gli alimenti e come questi vengono digeriti ed assimilati.
Il processo della digestione consiste nel sottoporre il cibo a sostanze in grado di ridurlo in parti piccolissime. Il punto principale di questo processo è lo stomaco dove vengono secreti degli acidi ed in particolare l’acido cloridrico. Lo stomaco serve principalmente per digerire i prodotti animali ed in particolare la carne, il pesce e gli insaccati.
È ovvio che lo stomaco, essendo fatto di carne, deve proteggersi dagli attacchi degli acidi e lo fa coprendosi di una sostanza mucillaginosa (una specie di colla) chiamata “muco“, che alla fine della digestione passa nell’intestino con il cibo digerito. La farina bianca ed i prodotti derivati (pane, pasta, pizza, dolciumi, ecc.), durante la digestione diventano una specie di colla; fino a non molti anni fa si utilizzava una colla fatta di farina bianca cotta in poca acqua e ancora oggi la celebre “Coccoina” è prodotta allo stesso modo. Questa poltiglia collosa creata dalla digestione del frumento ma non solo può essere considerata come una sorgente di muco e costituisce uno dei tanti fattori di inquinamento del nostro organismo.
Nel tempo questo muco diventa capace di attaccarsi alle pareti intestinali ricoprendole con uno strato sempre più spesso. Il glutine, una sostanza collosa che si trova soprattutto nel grano e perciò nel pane, può anch’esso danneggiare e bloccare i villi intestinali.
Il prof. Arnold Ehret’s (e noi condividiamo la sua opinione, quasi completamente), ritiene che molte delle malattie siano dovute al muco accumulato in qualche organo o in qualche conduttura, in modo da alterarne il naturale funzionamento.
La nostra esperienza ci ha mostrato come il muco intestinale possa molto spesso essere la causa del mal di testa.
Il fatto che una persona abbia lo svuotamento intestinale ogni giorno non significa che sia libera da un accumulo indesiderabile di detriti e prodotti di rifiuto sulle pareti dell’intestino. Questo dipende dal fatto che i villi intestinali sono così fitti e sottili che possono trattenere le sostanze collose (muco) con cui entrano in contatto; sostanze che vi restano letteralmente attaccate. Risulta evidente che in questo caso le sostanze nutritive, prima di raggiungere il sangue, devono passare attraverso lo strato di rifiuti che agiscono come un “filtro” (purtroppo sporco), che tende a degradare anche un cibo di ottima qualità. Talvolta anche una fame continua, e mai soddisfatta, potrebbe essere ricondotta alla situazione descritta, perchè molti valori nutritivi vengono persi a causa del “filtro” descritto.
Inoltre, le diete che includono cibi lenti da digerire, come la carne e i cibi grassi, possono provocare putrefazione e l’insorgere di batteri nocivi che impediscono l’assorbimento delle sostanze nutritive attraverso la parete intestinale.
Il comune raffreddore è un classico esempio di un accumulo di muco nelle vie respiratorie. Il muco, infatti, crea il terreno ideale affinché i microbi e parassiti possano trovare l’ambiente per moltiplicarsi.
Ricordiamo che ogni specie vivente necessita di “terreno adatto” ed il muco è quanto di meglio possiamo offrire per ospitare in noi i micro organismi apportatori di influenze, raffreddori, forme catarrali e così via. Il succo degli agrumi tende a sciogliere il muco. Questa è la ragione per cui alcuni non sopportano le fragole con il limone. I disturbi da essi riscontrati altro non sono che l’effetto risultante dal muco sciolto che viene riassorbito nell’ultimo tratto dell’intestino immettendo nel sangue una notevole quantità di tossine.
Ognuno di noi, anche se crede di essere in buona salute, ha accumulato fin dalla prima infanzia una certa quantità di materiali di rifiuto in special misura sulle pareti intestinali. Si pensi al proposito che esami di autopsia hanno riscontrato che nel 50/60% dei colon esaminati (ultimo tratto intestinale) erano contenuti fino a 6-7 chilogrammi di rifiuti di cuialcune parti risalenti a diversi anni prima.
Il fatto che una persona abbia lo svuotamento intestinale ogni giorno non significa che sia libera da un accumulo indesiderabile di detriti e prodotti di rifiuto che si aggrappano sulle pareti dell’intestino. Questo dipende dal fatto che i villi intestinali sono così fitti e sottili che possono trattenere le sostanze collose (muco) con cui entrano in contatto; sostanze che vi restano letteralmente attaccate.
Risulta evidente che in questo caso le sostanze nutritive, prima di raggiungere il sangue, devono passare attraverso lo strato di rifiuti che agiscono come un “filtro” (purtroppo sporco), che tende a degradare anche un cibo di ottima qualità. Talvolta anche una fame continua, e mai soddisfatta potrebbe essere ricondotta alla situazione descritta, perche’ molti valori nutritivi vengono persi a causa del “filtro” descritto. Inoltre, la dieta di molti è basata su cibi lenti da digerire, come la carne e i grassi, che possono provocare putrefazione e l’insorgere di batteri nocivi che impediscono l’assorbimento delle sostanze nutritive attraverso la parete intestinale.
Il comune raffreddore è un classico esempio di accumulo di muco nelle vie respiratorie e il muco crea il terreno ideale per la moltiplicazione dei microbi. Ricordiamo che ogni specie vivente necessita di “terreno adatto” ed il muco è quanto di meglio possiamo offrire per ospitare in noi i micro organismi apportatori di influenze, forme catarrali e così via.
La nostra esperienza ci ha mostrato come il muco intestinale (oggi più modernamente definito “incrostazioni fecali”) possa molto spesso essere la causa del mal di testa frontale di cui soffrono saltuariamente molte persone. Può capitare che chi assume il succo degli agrumi o le fragole con il limone verifichi l’insorgenza del malesseri o dolore alla testa: i disturbi riscontrati altro non sono che l’effetto risultante dal muco sciolto che viene riassorbito nell’ultimo tratto dell’intestino immettendo nel sangue una notevole quantità di tossine. Non è una buona ragione per farsi spaventare, anzi è un segnale inequivocabile che bisogna procedere consumando per qualche tempo cibi che sciolgono il muco.
gaobi.