Conoscenze nuove ed antiche si integrano per una visione dell’essere umano più completa e legata all’universo intero, proprio attraverso le stesse leggi che lo compongono e che vengono indagate oggi con maggiore apertura…
Oriente e occidente si fondono in un sistema scientifico che propone visioni nuove, di ampio respiro.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha definito il concetto generale di “salute” come valore essenziale: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo l’assenza di malattie ed infermità; il raggiungimento dello stato di salute ottimale è un diritto umano fondamentale”.
Quindi, qualsiasi metodo in grado di rispondere a questa definizione sarà valido come modello terapeutico.
Quali sono i punti di differenza e di unione fra la Medicina convenzionale e le cure complementari?
Le discipline della scienza moderna si basano soprattutto sull’ approccio meccanicistico, mentre le discipline orientali antiche e le cure complementari si fondano sul principio vitalistico. Sono due approcci che descrivono una parte della realtà. Infatti, ogni disciplina ha preso in considerazione una realtà dell’essenza umana. La Medicina convenzionale si è occupata in modo prevalente del corpo fisico, la Medicina cinese e ayurvedica ed altre discipline ancora, oltre al corpo fisico prendono in considerazione l’aspetto dell’energia più sottile appartenente all’anima. Ogni disciplina ha visto una parte della realtà, ma è logico pensare che esiste un’unica legge che dirige il tutto. Alla stessa maniera, non è logico pensare che per la fisica e la chimica vi siano delle leggi strettamente correlate e per la biologia delle leggi diverse, e per la psicologia altre leggi ancora; oltretutto è piuttosto assurdo pensare che la spiritualità, invece, non corrisponda ad alcuna legge, e che sia considerata parte del settore “paranormale”, se non addirittura del “soprannaturale”.
La forma e la funzione dei diversi aspetti segue una unica legge che dirige questo universo. È una legge universale applicabile a tutti gli aspetti della nostra esistenza.
Dott. Nader Butto afferma che:“La Medicina convenzionale è basata sul principio del “riduzionismo” che sostiene quanto le sue metodologie ed i suoi concetti debbano essere ridotti al minimo sufficiente a spiegare i fatti. Secondo questo principio la psicologia e la sociologia sono spesso ricondotte a delle legge e a dei codici biologici; la biologia, a sua volta, viene spesso ridotta alla chimica, e la chimica alla fisica. La vita, secondo questa visione è riducibile ad una sequenza di reazioni chimiche che si attuano nella soluzione acquosa della cellula. Inoltre, le leggi che descrivono il funzionamento della mente, sarebbero riconducibili a delle leggi fisiche, quindi la mente secondo queste teorie dovrebbe essere studiata come qualsiasi altro oggetto fisico. Assumendo il fatto che la mente si manifesterebbe soprattutto in due aspetti, il comportamento ed il cervello, molti ambiti di indagine scientifica si propongono oggi di studiare solo queste componenti, senza considerare un’eventuale realtà che sta oltre o dietro questi fenomeni.”
Le cure complementari sono basate sul principio del vitalismo. Secondo questo principio i fenomeni della vita sono costituiti da una “forza” particolare, quindi non sono riconducibili interamente a fenomeni chimici. In particolare, non vi è più la netta demarcazione tra l’organico e l’inorganico, poiché la vita sulla terra ha avuto un’origine divina e non deriva soltanto da un’evoluzione risalente a circa 3800 milioni di anni fa, come sostengono i biologi contemporanei.
Come possiamo unire le diverse Medicine?
Per poter unire questi diversi concetti abbiamo bisogno di un modello olistico. Questo modello è basato sull’idea che le proprietà di un sistema non possano essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti, e la somma funzionale delle parti è sempre maggiore e differente rispetto alla somma delle prestazioni delle sue parti, prese singolarmente. È un modello sistemico che vede i diversi fattori biologici, psicologici, spirituali e sociali come interconnessi. L’organismo biologico, secondo questo modello, è unico e irripetibile, perché un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un’unità-totalità, non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono.
Come si può fare per sviluppare e soprattutto promuovere un modello olistico?
Abbiamo bisogno di una “teoria del tutto”. Questa teoria, secondo il noto filosofo e ricercatore Carl Popper, deve essere una teoria “elegante” (semplice e bella) in grado di descrivere la maggior parte dei fenomeni nell’ universo, quindi deve saper includere la dimensione fisica e quella spirituale, ed essere in grado di prevedere risultati futuri.